Chiesa di Santa Maria di Guglieto

Sull’altura di Monteverde – le cui pendici occidentali si dilungano verso Vinchiaturo e quelle orientali verso Mirabello Sannitico – venne edificato, in tempi remoti, un cenobio benedettino ed un tempio sacro. La storia di questa Chiesa, tra le più antiche del Molise, ci è stata tramandata dal Maestro Baldini nella sua opera “Monteverde Sannita e Santa Maria di Guglieto”, edita nel 1938 per reperire i soldi necessari alla riedificazione del’edificio sacro.

Racconta il Baldini che nel 650 a.C. sorgeva, su questo altopiano, una cappella campestre sorvegliata da un’eremita, spesso luogo di sosta per i pellegrini che dal Sannio si recavano nel Gargano per pregare nella grotta dell’apparizione di San Michele Arcangelo. Nel 689, sotto il Ducato di Gisulfo, alcuni monaci cassinesi si mossero alla volta delle terre degli Abruzzi e del Molise per edificarvi monasteri sotto l’egida di San Benedetto e sulle boscose vette di Monteverde giunse un tale Deuterio Frangipane con l’intento di fondarvi un’abbazia. Solo però nel 1022 il sogno del frate divenne realtà grazie alla benemerenza di Tertullo, figlio di un principe longobardo. Nel XII secolo il convento di Monteverde fu ampliato sia perché divenne sede di una corporazione di maestri scalpellini, sia per l’attività che i monaci svolgevano, come l’evangelizzazione, la pastorizia, il lavoro dei campi.

Tra le iscrizioni ritrovate vi è questa: L’ANNO 1163 NELL’UNDICESIMO MESE IL VENERABILE ABATE MATTEO ORDINO’ CHE TALE LODEVOLE ISTITUZIONE FOSSE REALIZZATA CON SUO BENEFICO CONSENSO IL MAESTRO SCALPELLINO GUALTIERO A RICORDO QUESTA PIETRA INCISE Nello stesso periodo fu costruita anche la chiesa, poiché quella annessa al convento non rispondeva più alle esigenze dell’accresciuta popolazione. Nella chiesa posta sul lato destro dell’Abbazia, definita nel Chron “S. Sophiae de Benevento” grandiosa e severa, era venerata la Beata Vergine con il titolo di Santa Maria di Guglieto (poiché innalzata su di una guglia) poi denominata anche Santa Maria di Monteverde.

Nel corso dei secoli per premura di alcuni pontefici quali Nicolò II, Celestino V, Vittore III, il Santuario si ingrandì e si arricchì di indulgenze e privilegi. Nel 1321 Giovanni XXII contribuì all’abbellimento del tempio la cui struttura era a tre navate terminanti con absidi ornate da eleganti monofore e senza transetto, con facciata a salienti, affiancata da torre campanaria. La chiesa aveva due ingressi: uno sul prospetto principale, l’altro sul lato destro. Lo sviluppo raggiunto dall’abbazia cominciò il suo declino a causa dei terremoti del 1349 e del 1456 che distrussero il convento, la chiesa e le abitazioni sorte nelle loro vicinanze.

Il tempio, pur tra tanta rovina, fu ricostruito dal Cardinale Vincenzo Orsini d’Aragona nel XVII secolo fino a quando un altro evento tellurico, quello del 1805, segnò la fine di questo luogo sacro carico di fascino e storia. Oggi dell’antico complesso della cittadella monastica rimangono i ruderi delle case e del convento, l’impianto planimetrico della chiesa, nel quale sono ben visibili i due ingressi, la parte absidale, alcuni capitelli ed un’antichissima lunetta raffigurante l’agnello mistico con la testa girata verso la Croce.

Nel corso del 2008/2009 la S.B.A.A.A del Molise ha effettuato dei lavori di restauro dell’antica Chiesa che hanno permesso una migliore sistemazione ed una maggiore messa in sicurezza dei ruderi. Negli anni ’40, per volontà di Giuseppe Margiasso, in questo luogo pieno di storia, è stata riedificata una nuova Chiesa dove ogni anno, l’ultima domenica di agosto, le comunità di Vinchiaturo e di Mirabello Sannitico festeggiano la Madonna di Monteverde la cui sacra effigie viene portata in processione sulla Rocca, intorno alla Croce posta esattamente a 1.000 metri di altezza.