Festeggiare il Natale è investire in umanità e cogliere la luce del bene (pdf)

Carissimi celebriamo la gioia del Natale con il sorriso dei piccoli, la nostalgia dei grandi, l’attesa di pace sulla terra. Celebriamo il Natale di Cristo Gesù per non perdere il baricentro valoriale della vita. Oggi in molti si chiedono: si può accogliere e vivere il compleanno di Gesù in una società consumistica basata sull’avere, sul possedere, sullo spreco? In un mondo plurale e complesso dove anche il linguaggio che dovrebbe unire spesso contrappone e divide? Come sfuggire all’andazzo dell’usa e getta che – come afferma Papa Francesco – porta alla “logica dello scarto” di cose e di persone? Ed ecco il Natale che arriva puntuale, che ritorna con la sua Luce e chiede di vincere ogni forma di morte e violenza. E il canto di pace degli angeli si diffonde e chiede di essere accolto. E il messaggio di pace chiede di correre su tutta la terra! Celebrare il Natale di Gesù è celebrare il Mistero della Vita; una vita fragile, indifesa, umile che nel Bimbo di Betlemme e in quella povera grotta interroga e fa riflettere. Vuoi dare senso alla vita? Vuoi amare con me? Vuoi anche tu farti dono d’Amore con me? Ecco la grande domanda da recuperare per dare bellezza a ogni volto e qualità ai nostri giorni. Scriveva l’artista Pablo Picasso, che amava emozionare con i colori e provocare con le sue forme: “Il senso della vita è quello di trovare il vostro dono. Lo scopo della vita è quello di regalarlo”.

In questi ultimi mesi siamo sopraffatti da notizie convulsive di cronaca nera: omicidi, violenze, sopraffazioni ecc. Viene da chiedersi ma il bene esiste ancora? C’è speranza per un mondo diverso? L’uccisione di Giulia Cecchettin e altri terribili femminicidi ci hanno sconvolti. Ci chiediamo: perché il potere mediatico non investe di più nel bene, nelle tante cose belle e costruttive che si fanno? Il male è facile e fa notizia è vero, ma cade presto con la sua voragine di vuoto sterile e infelicità. La strada del bene è in salita, è difficile ma ti forma, ti fortifica perché ti motiva dentro e ti rende vero, non ammette scorciatoie e furbizie. Il bene ti misura e ti abilita ad amare; il bene trionfa solo dopo la prova che saggia il tuo cuore e ti colma di gioia perché il risultato è frutto del tuo impegno e sacrificio. In queste settimane noti psicoterapeuti e sociologi hanno parlato di “una sete insaziabile di amore che c’è soprattutto nei giovani” e come la società ti proponga prodotti infiniti. Oggi, affermano, “i giovani sono tristi perché sono molto soli”. La solitudine si unisce alla sfiducia per il futuro. Si hanno tanti mezzi e opportunità ma si è soli. Si propinano tanti prodotti da consumare ma senza dialogo, senza che qualcuno ti avvicini e ti dica: “Come stai?”, “Posso aiutarti?” e s’interessi di te e della tua storia. Si è in cerca di amore perché non si conosce cosa sia l’amore e non si è aiutati dal nichilismo imperante ossia un vuoto d’essere, un restare in superficie senza profondità, senza radici storiche e senza domande che cerchino il senso della realtà.

Papa Francesco nell’udienza ai giornalisti il 22.11.23 ha detto: “veniamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, comprendiamo quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura”, formare per essere capaci di relazioni sane: “comunicare è formare la persona, è formare la società”. E ha aggiunto: “Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare”. Ecco l’urgenza del Natale con la Luce dei suoi valori. E allora riaccendiamo la gioia del Natale! Il Natale ci riporta alla scuola dell’AMORE CHE SI FA DONO. L’amore è prendersi cura e non estorcere con la forza; è vivere la legge della fraternità che sgorga dal Comandamento nuovo: “Amatevi come io ho amato voi”. E’ farsi dono

gratuito come ci insegna il medico dei poveri: S. Giuseppe Moscati che abbiamo festeggiato il 19.11.23 nella nostra Parrocchia di Vinchiaturo. Il medico santo arrivò a vendersi mobili e quadri di famiglia per comprare medicine e cibo per i poveri. Un santo, venerato dalla Campania e dal mondo, che ha suscitato domande profonde nei luminari del suo tempo affermando: “Dio sta nella ricerca e nel microscopio che lei usa ogni giorno” e “il sorriso dei miei pazienti vale più di qualsiasi quadro”. E ancora: “L’amicizia nasce anche da problemi, da sensibilità e da contrapposizioni diverse”. Il Natale è incontro, re-incontro per chi giunge da lontano, è senso di famiglia, è riscoprirsi fratelli e sorelle amati dal Padre e ancor prima figli amati in Gesù aprendosi alla comprensione, alla vicinanza, alla solidarietà. L’amore infatti è concreto nel dono. E’ solo il donarsi che vince la logica dell’avere e della violenza. L’amore vero non picchia ma lenisce, non urla ma ascolta, non delude ma incoraggia, non uccide ma si offre in cambio. L’amore non alza le mani ma prende per mano, non colpisce ma cura, non minaccia e non ferisce ma guarisce il cuore perchè libera il tuo animo. L’amore vero è concreto nel sorriso, nel servizio, nell’impegno di ogni giorno, nella vita che rinasce sempre. E chi ama non soffoca la speranza, non chiude ma apre nuovi percorsi, non trattiene ma incoraggia nuovi voli e nuovi progetti. S. Paolo nel sublime inno all’amore in 1 Cor 13, 4-8 scrive: “L’amore è paziente, è benigno; non è invidioso, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non avrà mai fine”.

Natale è vivere i frutti dello Spirito Santo che l’Apostolo Paolo descrive in Gal 5,22 come “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”. Ci sentiamo aperti all’azione dello Spirito che rigenera per portare i suoi frutti fecondi? Natale è la culla della Speranza che si fa vita e dono d’Amore. E’ l’umile celebrazione dell’Amore, accolto dai pastori, che chiede di abitare il mondo, la sola forza capace di attirare, di unire e di cambiare il cuore.

TORNIAMO A BETLEMME e accendiamo la notte di stelle, entriamo in noi stessi e investiamo in umanità. Rivediamo il nostro modo di pensare, volere, amare. Educhiamo i giovani all’ebrezza dei sogni senza dirgli: “abbiamo già tutto, chi te lo fa fare?”. Accendiamo il Cielo di Luce e non guardiamo solo il male. Entriamo nel sacrario del nostro cuore per cogliere la Luce di Dio. Doniamo noi stessi: tempo, risorse, calore. Dio si dona e non vuole doni. Costruiamo un futuro di pace. Custodiamo il nostro cuore nell’amore di Gesù sapendo che l’amore non è uso ma rispetto, non dominio ma servizio, non superbia ma umiltà, non sopraffazione ma giustizia, non contrarietà ma vicinanza. L’amore non distrugge ma edifica, non impone ma propone. L’amore non è calcolo ma vocazione ossia chiamata ad amare. L’Amore pieno è Dio che scommette sempre su di noi e ci chiama ad essere figli nel Figlio Unigenito. Figli nel suo abbraccio inclusivo che tutto rinnova nel soffio vivificante del suo Spirito. Cristo nasce per redimerci non da soli ma INSIEME cioè per redimere le relazioni sociali del mondo. L’amore del Natale ci porti a riappropriarci del nostro essere unici, irripetibili e preziosi per farci dono. Crediamo con speranza e fiducia nell’entusiasmo dei ragazzi, nella forza dei giovani, nell’impegno educativo, nel nostro lavoro, nella famiglia, nella comunità, nel saper progettare. Torniamo a Betlemme per riuscire a vedere il buono nell’altro, per tirar fuori le potenzialità che l’altro non sa di avere. Rafforziamo la nostra umanità, diffondiamo di più il bene difficile contro il male facile e il Natale del Signore, “Sommo Bene”, sarà una ri- nascita per noi e per tutti. E accogliendo la Luce di Dio rinascerà la Speranza. Auguri.

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Vinchiaturo-CB, Natale 2023 Il Parroco: Don Peppino C.