Pasqua 2009, CAMPANA

Ti sento, campana.

Mi chiami.
Mi suoni nel cuore.
Mi inviti a pregare.
La voce tua piove dall’alto perché alto io guardi.
Mi annunci la festa la morte la gioia il dolore.

Mi porti all’aurora
i tocchi dell’Ave che apre al mattino. Mi guidi alla sosta del pane
nell’ora già stanca
che il mezzodì segna.

E quando nell’ora che salva perché muore un Dio
mi chiedi il ricordo di offerta di Lui a riscatto dell’uomo.

Ma mentre l’ultimo sprazzo
di rosso che dall’orizzonte ammicca all’aria imbrunita annuncia la sera che incombe, sull’onda del canto del bronzo sacrato nel fuoco,

l’ annuncio alla Donna prescelta richiede che l’Ave
del vespero chiuda
il lavoro del giorno.

Ti sento, campana.
Mi canti nel cuore.
Ma penso già al giorno che muta sarai

perché non hai suono
che dica la morte del Giusto salito sul legno già greve
di mille peccati
che grida dolore a Suo Padre
ma schiude il Suo Cuore
ed abbassa il Suo sguardo
sugli occhi che sento già pieni
di pianto ed invoca per me
dal Padre il perdono e mi avvolge in un mare di misericordia.
E mentre vi annego
tu torni campana a cantarmi
nel cuore la gloria
del Cristo risorto
perché anch’io risorga.

CB, 10 marzo 2009

Linetta Mazzilli Colavita