Il tema scelto da Papa Francesco per la XXIII Giornata Mondiale del Malato, che si celebra nel giorno dell’apparizione di Lourdes, è tratto da un lungo soliloquio di Giobbe – «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15) – che, nel tempo della prova, ricorda le opere di giustizia da lui compiute quando era ricco, felice e onorato. Quante volte, soprattutto quando la malattia si mostra particolarmente aggressiva e prolungata, il ricordo di tempi sereni e pieni di vigore, torna ad affacciarsi alla mente. Talvolta questa memoria diventa occasione di ringraziamento, altre volte di rimpianto e quindi causa di ulteriore sofferenza. La salute fisica è un dono da custodire con cura, ed è sapiente usare le forze per fare della nostra vita un dono agli altri, soprattutto ai più poveri. Non ci pentiremo mai di aver amato il nostro prossimo. Ma anche quando, nel tempo della malattia, le forze vengono meno, la sapienza del cuore, quella che affonda le sue radici nella parola di Dio, assicura che la vita dell’uomo è preziosa e rivestita di inalterabile dignità. È questo il momento nel quale, con particolare attenzione, la comunità cristiana è chiamata a stringersi attorno ai malati, camminare con loro, consolarne la solitudine, diventando così strumenti dell’amore effusivo di Dio che ci salva.

Don Carmine Arice Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute

FOTO PERIODICI SAN PAOLO: San Giovanni Paolo II a Lourdes il 15 agosto 1983.

Tratto dal foglietto della domenica dell’8 febbraio 2015