Chiesa della Santa Croce

La Chiesa Madre, di cui si ignora l’anno di costruzione, con il suo imponente campanile ottagonale domina tutto l’abitato di Vinchiaturo. Tale edificio sacro è di origine molto antica ma subì vari restauri con l’andare dei secoli.

Tra i motivi che ne ricordano la vetustà vi sono la base dell’attuale fonte battesimale ed il Crocifisso in pietra murato sul lato sinistro del sagrato, in corrispondenza della torre campanaria, databile al XIII secolo. Una ricostruzione quasi integrale ci fu nel XIX secolo in seguito ai gravi danni causati dal terremoto del 26 luglio 1805 che compromise tutte le strutture murarie.

Per giungere alla ricostruzione della chiesa attuale passarono numerosi lustri ed alterne vicende che videro coinvolti i sacerdoti, il Consiglio comunale di Vinchiaturo, l’Intendenza di Molise ed il Ministero degli Affari Interni, come dimostra la copiosa corrispondenza in merito conservata presso l’Archivio Storico del Molise, dalla quale risulta anche che la popolazione si autotassò di 5 carlini.

Anticamente la facciata era rivolta dalla parte opposta poiché il paese era arroccato ai piedi della Chiesa lungo il versante dove oggi sorge il Borgo. Con l’andare del tempo e a causa delle distruzioni operate dai terremoti succedutisi in questa terra, le abitazioni si svilupparono in pianura, lungo le arterie stradali che attraversavano il paese, ragion per cui la facciata della chiesa venne costruita verso il nuovo centro abitato.

L’edificio attuale, con facciata in pietra gravinata bianca, di stile neoclassico, fu realizzato nel 1840. Il prospetto, con timpano recante nella sottocornice una teoria di modiglioni, presenta tre portali di cui quello centrale a terminazione curvilinea ed i laterali timpanati. Le superfici sono suddivise da paraste di tipo tuscanico con riquadri e nicchie. L’interno della Chiesa, che misura 14 metri di altezza per 23 metri di lunghezza, è a tre navate con archi a tutto sesto e paraste ioniche.

Di mirabile fattura è il Coro ligneo posto dietro l’altare maggiore, costruito nella seconda metà del 1700, che contiene uno degli esempi più alti dell’opera dell’artista molisano Ciriaco Brunetti: quattordici tavolette policrome raffiguranti Cristo ed i tredici Apostoli. Realizzate nel 1760 questi dipinti appartenevano alla chiesa più antica e furono recuperati tra le macerie di quella andata distrutta.

Impreziosisce l’interno anche un vistoso organo a canne realizzato nel 1775 in sostituzione di un più antico andato distrutto.Nel 2007 è stato restaurato e per l’occasione la Parrocchia, di concerto con le Poste Italiane, ha promosso la realizzazione di uno speciale annullo filatelico.

Nella navata di destra, presso l’ingresso laterale, vi è la tomba in marmo dei coniugi Luigi Iacampo e Anna Teresa Guglielmi, ivi collocata nella prima metà del 1800. L’epigrafe recita: Ad Anna Teresa Guglielmi – Per la pietà verso Dio e il candore dell’anima – Da ammirarsi – Per benevolenza verso i poveri – Della sua famiglia carattere – Bellezza e dolcezza di costumi – Nobili – Il di Lei dolentissimo Sposo – Luigi Iacampo – Affinché la Morte – Che spietatamente li separò – Compassionevolmente di nuovo congiunga – In questo comune sarcofago – Per sepoltura – Pose – Visse Anni 37 mesi 3 giorni 9 – Morì nelle Idi di ottobre 1823.

Negli anni recenti la chiesa è stata restaurata nel 1962 e 1998. Al suo interno sono conservate e venerate le statue di Sant’Antonio di Padova, Santa Lucia, Sant’Anna, la Vergine Assunta, la Vergine Addolorata, il Sacro Cuore e san Vitale, delle cui Reliquie, nel 1998, alla presenza del Cardinale Silvano Piovanelli, si celebrò la cerimonia di ricognizione.