LA MARCIA DEI SANTI E LA MAGNA CARTA DELLE BEATITUDINI
(don Peppino Cardegna)
Il primo novembre la Chiesa celebra la Solennità di Tutti i Santi con la splendida Magna Carta delle Beatitudini. La Parrocchia della Santa Croce in Vinchiaturo si è preparata a viverla con la marcia dei Santi, che, snodandosi nel paese, ha coinvolto i ragazzi della catechesi con i rispettivi genitori, padrini e madrine di Battesimo. Un’esperienza bella che unendo grandi e piccoli, nel protagonismo dell’amore e del dono, ha richiamato l’attenzione sul messaggio centrale della santità. Simpatico il lupo accanto a San Francesco, pittoresche le scene dei martiri, luminosi e sorridenti i Santi vescovi, riuscito il messaggio eucaristico che ha unito chi impersonava Santa Chiara e il Patrono di Vinchiaturo ossia San Bernardino da Siena. Santi scelti dai ragazzi molti dei quali corrispondenti al loro nome. Insomma un modo pratico, interattivo, gioioso e pedagogico per educare e lasciare un messaggio forte e incisivo. Oggi siamo chiamati ad attivare percorsi e i laboratori della fede nel coinvolgimento, nel valorizzare il sorriso e i talenti di ognuno ripropongono la bellezza del messaggio di Gesù e lo attualizzano nell’accordo di gesti, segni, colori, espressività. La Solennità ha dato modo di riflettere sul tema delle 8 Beatitudini commentate da alcune omelie di Papa Francesco. Le Beatitudini (povertà di stile, consolazione nel dolore, mitezza nelle relazioni, giustizia saziata di beni, misericordia verso chi ha sbagliato, trasparenza, pace costruita, tribolazione accolta e trasformata) sono chiamate la Magna Carta o il breviario del cristiano, la catechesi battesimale, la via maestra per il Regno. Esse ci indicano il cammino della felicità, ci forniscono lo specchio dove guardarci, quello che ci aiuta a capire se stiamo andando per il sentiero di serenità, di pace e di senso. Abbiamo colto che 8 è il numero perfetto: 7 è il numero biblico + 1 cioè Cristo, la perfezione. Abbiamo riflettuto sull’Ottavo Giorno della piena Luce. Le Beatitudini sono il filo d’oro che aiuta a farci uscire dai tanti labirinti di oggi: la paura, l’incomprensione, l’insicurezza, la precarietà, il buio, le dipendenze, ecc. Trovare il filo equivale ad essere liberi dal “grigiore esistenziale”. Ma cos’è questo grigiore? Papa Francesco scrive: gelosie, partiti, chiacchiere, vuoto interiore, rimpianti, maldicenze ecc. invitandoci ad essere “puri di cuore per vedere Dio” proclamando “felici i puri di cuore che non hanno paura di mettere in gioco i propri ideali, perché amano la purezza delle loro convinzioni vissute e trasmesse con intensità senza aspettarsi gli applausi, il relativo giudizio dei sondaggi o l’occasione favorevole di migliorare la posizione. Beati i puri di cuore che informano, pensano e fanno pensare su queste cose fondamentali e non vogliono distrarci con temi secondari o banali. Quelli che non consegnano la loro parola o il loro silenzio a quelli che dominano, nè restano intrappolati nei loro dettati. Beati i giovani puri di cuore che si mettono in gioco per i nobili e alti ideali e non si lasciano abbattere dalla delusione delle bugie e dell’assurda immaturità di molti adulti. Quelli che si animano all’impegno più puro di un amore che li radichi nel tempo, che li faccia integri interiormente, che li unisca in un progetto. Felici se si ribellano per cambiare il mondo e smettono di dormire nell’inerzia del ‘non ne vale la pena’. La beatitudine è una scommessa laboriosa, piena di rinunce, di ascolto e apprendimento, di raccolto di risultati nel tempo, ma dà una pace incomparabile” (Arcivescovo Bergoglio, Omelia, 25 maggio 2006). Anche i genitori e padrini, nella meditazione, hanno approfondito il sogno di Dio su di loro per rispondere alla chiamata interiore aprendosi al Suo progetto. Il progetto di Dio che raccoglie e valorizza ogni talento e colora la vita, rendendola piena e felice. Le meditazioni, la preghiera, il canto, i momenti comuni, la riflessione personale hanno suscitato domande e ci hanno insegnato l’urgenza di fortificare il cuore per lottare contro le tante ingiustizie sociali. Quest’esperienza ci ha permesso di rileggere in profondità e di rettificare il proprio modo di pensare e di vivere, per essere amici in Cristo e costruire una relazione vera, aperta, profonda e liberante. Abbiamo avuto modo di lavorare su noi stessi superando il modo egoistico di vivere la vita e il rapporto con gli altri. L’altro si è riscoperto fratello, sorella e guida che mi corregge perché vuole il mio bene e mi offre occasioni di crescita, consapevole che la mitezza si diffonde per attrazione e non per conquista, che si lotta PRO (gli ideali) e mai contro (i nemici). Infatti, è l’ideale che qualifica e dà forza alla tua lotta e mai il nemico. Ed ecco la misericordia di chi non si arrende, non ha paura e lotta per la giustizia e la dignità. Abbiamo capito che, intrecciando la verità con la carità, si fonda e si rinnova la fraternità, la quale diventa condivisione, solidarietà e sobrietà di vita. Auguri!