La Under The Same Sun ha documentato che dal 2008 ad oggi ci sono stati 397 aggressioni di albini con 212 omicidi in 30 Paesi africani. All’origine del fenomeno c’è il radicamento della stregoneria tribale e un business criminale. Ma esistono scuole e orfanotrofi dove le suore cattoliche ospitano i discriminati senza alcuna paura per la spregiudicatezza dei killer, mostrando il volto della Chiesa troppo spesso taciuto da chi parla solo dei suoi scandali.

«Mi hanno tagliato il braccio destro e il mio vicino lo ha lanciato fuori dalla finestra a due uomini in piedi vicino alla porta (…) Stranamente, non ho sentito dolore, solo un fluido caldo che scorreva lungo il lato destro. L’unica cosa a cui ho pensato era proteggere mio figlio e l’altro mio braccio». Non è la sceneggiatura di un film horror, ma la testimonianza di Mariamu Staford, una donna albina sopravvissuta nel 2008 al brutale assalto dei vicini con cui era cresciuta sin da piccola.

La scena da pellicola splatter è avvenuta in un villaggio della Tanzania per mano di criminali convinti che gli organi degli albini, utilizzati come ingredienti di pozioni considerate magiche, possano donare successo e ricchezza a chi se ne ciba. Mariamu, che ebbe il coraggio di denunciare quell’aggressione, non solo non ebbe giustizia perché i colpevoli vennero identificati senza essere arrestati, ma si trovò ben presto a fare i conti con l’ostilità degli altri abitanti che l’accusarono di aver disonorato la piccola comunità di residenza rivolgendosi alla polizia.

In un report uscito due settimane fa, la Under The Same Sun, una Ong d’ispirazione cristiana, che opera in difesa delle persone con albinismo, ha documentato che dal 2008 ad oggi ci sono stati 397 aggressioni ai danni degli albini con 212 omicidi in 30 Paesi africani diversi. In Tanzania, Paese dove l’albinismo è più diffuso al mondo, rapimenti, assalti ed omicidi sono più comuni che altrove; qui, inoltre, si sono registrati anche stupri commessi da uomini sieropositivi convinti che i rapporti sessuali con donne affette da albinismo possa portare alla guarigione dall’Aids.

All’origine di questo drammatico fenomeno c’è il forte radicamento della stregoneria tribale in vaste aree dell’Africa subsahariana ed un business criminale che consente ai sicari di intascare fino a 75 mila dollari per il corpo intero di un albino e 1000 per ogni singolo organo. Per chi nasce senza pigmentazione nell’Africa australe, oltre al rischio frequente di vedersi diagnosticare tumori alla pelle per via della vicinanza all’Equatore, c’è quello di essere rapiti, violentati, smembrati ed uccisi brutalmente in nome di una superstizione di difficile sradicamento, la stessa che porta buona parte della popolazione dei villaggi a sputare per terra al loro passaggio e a chiamarli sprezzantemente “demoni”. C’è addirittura chi – come denunciato recentemente dalla direttrice della Albinism in Africa Network, Charlotte Baker – attribuisce loro la colpa del coronavirus, associando la pelle bianca alla Cina da cui è partita la pandemia.

Nel 2010 Salum Khalfani Barwani è stato il primo tanzianano con questa anomalia genetica ad essere eletto in Parlamento e nel 2015 è stato introdotto per la prima volta un divieto di stregoneria proprio con l’obiettivo di contrastare il traffico criminale dei loro organi. Eppure, non di rado, i mandanti di queste azioni criminali sono proprio politici locali che, credendo di potersi assicurare la vittoria alle elezioni tramite riti propiziatori, pagano profumatamente i sicari per farsi portare i tristemente ambiti organi degli albini.

Da sempre la Chiesa cattolica opera sul territorio contro le superstizioni che paralizzano vaste aree dell’Africa subsahariana. Un capitolo di questa lotta s’interseca con quello in favore della tutela della vita e dei diritti delle persone affette da albinismo. Nel nord della Tanzania, vicino a Moshi, sorge una scuola dedicata a San Francesco d’Assisi e gestita dalle suore di Nostra Signora del Kilimanjaro dove quelli che nei villaggi d’origine vengono bollati come “fantasmi” o “patate sbucciate”, trovano protezione, affetto e la possibilità di studiare e formarsi professionalmente. Nella struttura non c’è posto per l’emarginazione sociale a cui molti di questi bambini sono abituati sin dalla primissima infanzia, ma solo condivisione con tutti gli altri coetanei, alcuni dei quali abbandonati dalle famiglie perché disabili.

Grazie alle religiose della congregazione fondata nel 1931, anche Melissa Staford ha trovato una casa ed una professione dopo la fuga successiva all’assalto subito dalla sorella Mariamu che qui ha vissuto per un periodo. La vita nella struttura non è facile perché l’alta concentrazione di così tanti albini in un solo luogo lo rende a rischio continuo di attacchi e richiede che le suore si alternino alla vigilanza per impedire l’ingresso di malintenzionati. Questa non è l’unica realtà cattolica dell’Africa australe ad abbracciare le persone discriminate nella comunità originaria a causa di questa anomalia congenita: in Malawi, nell’ospedale cattolico di Mtendere realizzato anche grazie al contributo dell’arcidiocesi di Milano, le suore teresiane propongono programmi di assistenza sanitaria e di sicurezza alimentare per i soggetti con albinismo in un Paese in cui nel 2017 sono stati segnalati ben 122 casi di aggressioni e solamente lo scorso mese la tomba di un uomo deceduto nel 1991 è stata vandalizzata a Nsaje.

Tornando in Tanzania, invece, le suore carmelitane gestiscono un orfanotrofio a Mwanza in cui su 1000 bambini abbandonati, 128 sono albini e possono contare, oltre che sui percorsi educativi e di formazione, anche su una grande quantità di vestiti adatti, cappelli e creme solari che servono loro per proteggersi dal sole e prevenire i tumori. In determinate regioni dell’Africa subsahariana questa categoria di persone è particolarmente vulnerabile e deve guardarsi le spalle dai raggi dell’Equatore, ma soprattutto dalla violenza e dall’ostilità che trova origine nella superstizione. Nelle suore africane e missionarie che li accolgono senza alcuna paura per la spregiudicatezza dei killer assoldati c’è il volto della Chiesa migliore, troppo spesso taciuto e nascosto da chi parla solo dei suoi scandali: la Chiesa che porta fino in fondo il mandato ricevuto dal Suo Fondatore di schierarsi sempre e comunque dalla parte degli emarginati.

da lanuovabq